Home » HOME » Mobbing nei costi aziendali

Mobbing nei costi aziendali

MOBBING NEI COSTI AZIENDALI

Tutto quello che gira attorno al mobbing, per un azienda, si può rivelare una grande spesa in termini energie, risorse e costi.

Un ambiente lavorativo che adotta il terrorismo psicologico come politica a lungo andare risente della lesione della salute dei lavoratori, questo danno che si crea va ad influenzare sia la quantità che la qualità del lavoro svolto.

Un lavoratore stressato perde la sua produttività

Sentendosi minacciato dall’ambiente di lavoro, un dipendente, presterà meno attenzione alla mansione che sta svolgendo essendo distratto dalle continue vessazioni e dal terrore di commettere errori che istighino il mobber. Si concentrerà poi sul capire i motivi delle continue ingiustizie perdendo la motivazione che in origine era lo stimolo per svolgere al meglio la mansione che gli è assegnata. L’azienda, in questo caso, soffre delle mancanze lavorative della vittima oltre che delle assenze per malattia, che in alcuni casi vanno ad aumentare significativamente.

Un mobber consapevole tende a sprecare la maggior parte delle ore lavorative, e delle sue energie, tormentando le sue vittime o cercando nuovi metodi per umiliare e rendere pubblica l’umiliazione inflitta. Per lui, la mansione che svolge in azienda, assume un importanza secondaria e dà invece assoluta priorità alla “mobizzazione” dell’obbiettivo. Il conseguente spreco di queste risorse pesa sull’azienda che versa uno stipendio ad una persona che non svolge il proprio lavoro ma impiega le sue competenze a creare conflitti non produttivi.

Aumentano i costi di formazione sia dei nuovi assunti che dei rimpiazzi

Quando le azioni mobbizzanti perseguono (e raggiungono) l’obbiettivo di allontanare una persona dal luogo di lavoro si crea un “buco” nel know-how aziendale. Con il suo licenziamento, infatti, la persona che lascia l’azienda porta con se un bagaglio di esperienze e competenze che andranno perse (o porteranno vantaggio alla concorrenza se e quando il licenziato venisse assunto da aziende rivali)

In secondo luogo non trasmetterà le sue esperienze al personale che rimane quindi il datore di lavoro è costretto a formare un’altra persona per tamponare le lacune che si sono andate a creare. La vittima potrebbe poi intentare causa per danno biologico e, se dovesse vincere, l’azienda, oltre a risarcire l’interessato con ingenti somme di denaro, dovrebbe accollarsi tutte le spese giudiziarie.

Anche senza contare le spese, il tempo e il personale impiegato per seguire i procedimenti giudiziari, il processo danneggerebbe tutto il sistema produttivo e l’immagine dell’azienda stessa.

 

La formazione è prevenzione

Tutte le situazioni che ledono la qualità della vita dei dipendenti sono un forte indicatore di cattiva gestione delle risorse umane e portano alla creazione di un ambiente di lavoro in cui, purtroppo, la pratica del mobbing viene tollerata (questo, in italia, accade sempre più spesso in moltissime aziende con il rischio che diventi routine quotidiana). Per questo motivo andrebbero affrontati, con dei corsi di formazione dedicati, tutti quegli argomenti e quelle tecniche che servono a riconoscere immediatamente i segnali di un’azione di mobbing.

Impiegare delle persone o professionisti per sensibilizzare sulle cause e gli effetti del mobbing, attraverso corsi di formazione, è importantissimo, in quanto questi percorsi sono atti a eliminare o quantomeno prevenire, e quindi limitare, gli effetti catastrofici di questo fenomeno.

Buona prassi sarebbe preventivare corsi di questo genere nel budget aziendale (gli aggiornamenti dovrebbero avere una cadenza annuale) per recepire gli approfondimenti degli studi in materia e conoscere le migliori strategie di prevenzione per stroncare sul nascere qualunque tipo di azione lesiva.

Se un’azienda investe correttamente su questi temi potrebbe limitare i costi del mobbing alla sola prevenzione.